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Hederix Plenn. Musica "nuda" d'autore

Dal folk al blues, dall'ethno al jazz. Chiara Rosso racconta presente e futuro del duo cuneese
a cura di Federico Chiavassa
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GEN 30 2009

Sono un duo, ma sono anche una coppia. Chiara Rosso e Daniele Cuccotti sono gli Hederix Plenn plenn, uno dei più originali progetti musicali della provincia, in cui melodia vocale e armonia delle sei corde si fondono in un suono unico, originale, ma che si rifà al meglio della tradizione musicale blues, folk ed etnica. Alla fine del 2005 Chiara e Daniele decidono di avviare una proposta musicale diversa da quanto offerto a Cuneo e dintorni, sulla scia di grandi coppie artistiche, su tutti Tuck Andress and Patti Cathcart.
"Abbiamo sentito il desiderio di scrivere qualcosa di nostro e ci è parso il momento ideale", ci spiega la saluzzese Chiara Rosso, già attiva con numerosi progetti jazz, blues e pop, e che con gli Hederix Plenn ha deciso di mettersi in gioco completamente.

La musica nuda non è uno scherzo. Voce e chitarra devono riempire il pezzo senza far sentire la mancanza degli altri strumenti e allo stesso tempo prestando attenzione alla qualità dell'esecuzione, perché ogni errore è nudo davanti al pubblico e immediatamente visibile
.

Il vostro repertorio spazia tra i generi. Una scelta studiata o frutto dell'esperienza?
Sia io che Daniele ascoltiamo molta musica, di tutti i generi. Abbiamo fatto tanto jazz, ma anche molte esperienze diverse dal jazz puro e crudo. Per questo nel nostro primo disco "Libero Arbitrio" del 2007 spaziamo dall'ethno-rock al blues, dalla canzone d'autore al folk. Recentemente mi sono laureata presso l'Università musicale del Conservatorio di Cuneo con una tesi dal titolo "Il ritorno alla madre Africa nelle jazziste contemporanee". Segno che non posso fare a meno delle contaminazioni.

Il discorso vale anche per il tuo compagno-collega?
In gran parte si. Daniele viene da un background più legato al rock, blues e funky ma anche lui ha sempre desiderato mettersi in gioco, lasciandosi contaminare dai diversi generi. E l'esperienza del duo, con brani propri senza un genere preciso, era la risposta esatta.

Da quando siete sul palco insieme avete raccolto molte esperienze?
Si, stiamo girando parecchio, sia per locali che per concorsi. L'ultimo è di qualche giorno fa. Abbiamo raggiunto la finale del Bologna Music Festival al Giostrà, piazzandoci al 2° posto. In passato abbiamo partecipato anche al Greenagefestival tenutosi alla Maison Musique e a una finale regionale di Rock Targato Italia, in cui vinsero i dARI, oggi famosi in tutto il Paese. Ma una delle esperienze più belle è l'aver preso parte alla colonna sonora del film "Corazones de mujer" del fossanese Davide Sordella (presentato nel 2008 al Festival di Berlino) in cui abbiamo interpretato alcuni brani di Enrico Sabena e in cui sono comprese numerose citazioni del nostro brano "Marrakesh". Un'emozione incredibile.

Parliamo delle vostre canzoni. Da cosa nascono e a cosa si ispirano?
Il primo brano che abbiamo scritto, e anche il motivo per cui abbiamo iniziato quest'esperienza, è stato "Balla Ernesto". L'ispirazione prende spunto dal film "I diari della motocicletta", in cui si narra del viaggio in giro per il Sudamerica di un giovanissimo Ernesto Guevara (non ancora "Che", ndr). Daniele iniziò un giro armonico sul quale io inserii un testo, cercando di cogliere le sensazioni di Ernesto che balla il mambo-tango, pensando alla "poderosa", la sua motocicletta, e al suo amico e compagno di viaggio Alberto Granado. In tutto ciò non abbiamo potuto fare a meno di inserire una citazione a "Bella ciao". Non vogliamo fare politica, ma certi messaggi vanno oltre.
"Marrakesh" è invece nato sulle nostre montagne, in particolare alle pendici del Pelvo, quando l'ispirazione degli spazi aperti mi ha fatto pensare ai viaggi, a una recente vacanza in Marocco, ai colori e ai profumi delle sue città.

Parlando di progetti futuri, avete nuovi brani da proporre?
A Bologna abbiamo presentato un inedito che ho scritto ancora una volta su una linea armonica di Daniele. Si chiama "Non so parlar di me" ed è un brano più intimo che tratta della difficoltà di comunicare ciò che realmente si pensa, ciò che realmente si è, senza timore di essere fraintesi e sentendosi liberi di poter sbagliare. "Ma l'amore va al di là", invece, è un brano che ho composto interamente io e su cui Daniele è intervenuto solo con arrangiamenti. È il primo tentativo di questo tipo. In genere costruire un brano partendo da una linea armonica della chitarra permette maggiori possibilità ritmiche di quante ne consenta il pianoforte. Io realizzo un testo sull'immagine che mi proviene dalla musica di Daniele e lui ritorna sul pezzo arrangiandolo.

Tutto questo si svilupperà in un nuovo disco?
Per il momento siamo in pausa di riflessione da live e concorsi, proprio per scrivere il nuovo album e trovare un produttore. L'esperienza del primo lavoro autoprodotto è stata gratificante, ma molto impegnativa. A novembre del 2008 abbiamo preso parte al MEI di Faenza, il meeting delle etichette indipendenti e siamo entrati in contatto con l'etichetta torinese di Giulio Tedeschi. Come si suol dire, se son rose fioriranno.

Progetti futuri?
Dopo aver messo alla prova i nostri desideri musicali, sentiamo l'esigenza di evolverci, di arrangiare i brani e quindi di allargare la band a un percussionista. Il duo è un'esperienza fantastica, ma particolare e purtroppo poco commerciale. Le idee sono parecchie e diverse tra loro, ma le stiamo vagliando poco alla volta. Vogliamo evolverci musicalmente, ma nella direzione giusta, senza forzature. Siamo cambiati negli ultimi 3 anni e non vogliamo di certo fermarci qui.

La domanda d'obbligo è: siete un duo ma siete anche una coppia. Questo aiuta, sia nella vita di tutti i giorni sia sul palco?
È bello. Ma è anche difficile. Tutti sappiamo com'è la vita di coppia, alti e bassi. E così è anche sul palco e nelle prove. Il feeling aiuta dal punto di vista compositivo. Inoltre, viviamo il palco in modi totalmente differenti, esprimiamo due tipi di energie tanto diverse da completarsi. Io più espansiva ed energica, mentre Daniele più riflessivo e preso dalla responsabilità di reggere da solo tutta la parte musicale. Le tensioni ovviamente si creano. Ma cerchiamo, per quanto possibile, di dividere il rapporto di coppia dal rapporto professionale.

Per chi desiderasse approfondire la conoscenza degli Hederix Plenn, li potete vedere e ascoltare sui siti:
www.hederixplenn.it
www.myspace.com/hederixplenn1

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